(foto VersiliaToday)
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VIAREGGIO. È possibile oggi curare il mal di testa? All’ospedale Versilia sì.

La cefalea costiuisce un disturbo estremamente frequente, specialmente nei paesi industrializzati. Nel corso delle vita sperimentano almeno un episodio di mal di testa circa il 75% delle donne e il 60% degli uomini, nell’80% dei casi con esordio prima dei 40 anni. Motiva il 30% delle richieste di visita neurologica e costituisce una delle cause piu’ frequenti di accesso in Pronto Soccorso. Il Italia la spesa per il mal di testa si attesta intorno ai 6 miliardi di euro all’anno, considerando sia i costi diretti per i servizi sanitari, sia la riduzione di produttività in termini di perdita di giornate lavorative. Si tratta quindi, per il carattere disabilitante, di una patologia ad enorme impatto economico e sociale, una vera e propria questione di salute pubblica, che impone un precoce e pronto riconoscimento degli individui affetti e un adeguato trattamento.

La cefalea può essere un sintomo di una patologia cerebrale o sistemica anche grave, come una neoplasia cerebrale oppure un’emorragia subaracnoidea, o costituire una malattia a se stante.  A questo secondo gruppo appartengono le due cefalee primarie piu’ diffuse: l’emicrania e la cefalea tensiva.

L’emicrania colpisce nel nostro paese fino al 30% delle donne e il 12% degli uomini. Insorge in genere in età giovanile, nell’infanzia e nei primi anni dell’adolescenza, con un andamento variabile nel tempo anche in relazione a fattori endogeni, quali: variazioni ormonali nella donna legate alle fasi mestruali, la gravidanza (dove per inciso l’emicrania nel 30% dei casi migliora), la menopausa ed esogeni: cambiamenti dello stile di vita, eventi vitali stressanti.

Si manifesta con attacchi ricorrenti nel tempo, separati da intervalli liberi ed accompagna il paziente per tutto il corso della vita. E’ un disturbo molto invalidante e complesso e non si riassume solo nel sintomo dolore. In un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO, 2001) sulle malattie che causano maggiore disabilità nel mondo, l’emicrania figura nei primi venti posti. Il dolore è intenso, della durata di diverse ore o giorni, ed è tipicamente accompagnato da sintomi vegetativi, quali nausea e vomito, e da una spiccata suscettibilità per gli stimoli esterni con intolleranza alla luce, odori, e ai rumori. Viene accentuato dall’attivita’ fisica anche routinaria, e spesso costringe il paziente al letto, preferibilmente in un ambiente buio e tranquillo, lontano dagli stimoli ambientali. In una minoranza dei casi la sintomatologia dolorosa e’ preceduta da un disturbo neurologico transitorio, della durata di meno di un’ora, piu’ frequentemente visivo: la cosiddetta aura emicranica. In alcuni casi la frequenza delle crisi diventa elevata ed il paziente, specie se lasciato all’auotomedicazione, puo’ andare incontro ad un vero e proprio abuso di farmaci analgesici, con cronicizzazione dell’emicrania, che da periodica diventa quotidiana o pressoche’ quotidiana.

Il trattamento si avvale di norme igienico- comportamentali, dell’individuazione di fattori scatenanti le crisi emicraniche, di terapie per l’attacco e preventive. Accanto ai piu’ tradizionali antidolorifici, il neurologo puo’ decidere di utilizzare, laddove non sussistano controindicazioni, dei farmaci specifici antiemicranici, i triptani. Per l’emicrania ad alta frequenza o cronica esistono diverse terapie profilattiche, che il neurologo sceglie in base alle caratteristiche del paziente e alle eventuali patologie concomitanti.

Per quanto riguarda la cefalea tensiva essa raggiunge nei paesi europei dei picchi di prevalenza del 70%, anche in questo caso con una predilezione per il sesso femminile. Si caratterizza, rispetto all’emicrania, per un dolore più modesto, ma meno responsivo alla classica terapia antidolorifica. È associata in un una significativa percentuale di pazienti a disturbi d’ansia o dell’umore, che vanno indagati e tenuti in considerazione nella scelta di un efficace trattamento.

Accanto alle due forme più frequenti di cefalea primaria ne esiste una terza, meno comune, ma non infrequente come si riteneva un tempo, la cefalea a grappolo. Chiamata anche cefalea da suicidio, per l’intensità spesso intollerabile del dolore, colpisce prevalentemente maschi, nella terza decade di vita. Si presenta con dolore in genere orbitarlo o periorbitario. L’intensita’ del dolore è molto severa, i pazienti riferiscono che e’ il “peggior dolore” che hanno provato nel corso della vita e le donne, che ne sono colpite riferiscono che il dolore supera in intensita’ il dolore del travaglio da parto. Il dolore si accompagna a lacrimazione dell’occhio, iniezione congiuntivale, congestione nasale con senso di ostruzione e abbassamento della palpebra dal lato stesso del dolore. Si presenta tipicamente in episodi o grappoli della durata di 8-10 settimane in cui si possono avere anche più attacchi nella stessa giornata, specie nelle ore notturne. Anche per questa forma esistono valide strategie terapeutiche, sia per la cura sintomatica delle crisi, sia per un trattamento profilattico.

Il miglior modo per curare questi tipi di cefalea è quello di una loro precoce e corretta identificazione diagnostica necessarie per pianificare un’adeguata terapia sintomatica e preventiva. Il paziente non va mai lasciato da solo ed al lavoro importante dei medici di famiglia va affiancata la possibilita’ a livello degli ospedali di ambulatori dedicati, dove sia possibile, una vera e propria presa in carico del paziente.

All’Ospedale Versilia esiste un ambulatorio dedicato alle Cefalee, a cui afferiscono circa 1000 pazienti. Vi lavorano due neurologi: il dottor Angelo Nuti, referente dell’ambulatorio, e la dott.ssa Marcella Vedovello. Vi si accede attraverso una visita specialistica presso l’ambulatorio di Neurologia generale, i cui tempi di attesa non superano le due settimane. L’ambulatorio Cefalee si svolge presso la Neurologia (Poliambulatorio 2 – 1°Piano), il lunedì e il venerdì dalle ore 14.30 alle 17.00.

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ultimo aggiornamento: 31-10-2012


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